MOBILE HOUSE & HOME E I PENDOLARI DELLE LINEE IMMAGINARIE

La casa è in posizione di riposo, e quindi chiusa. Tutti gli elementi compositivi dell’allestimento sono riposti sul tatami della zona notte. Ogni elemento, in base alle dimensioni, al materiale e al colore ha una specifica posizione sul piano. Tutto concorre a formare un disciplinato statico quadro d’insieme. Osservando dall’esterno attraverso le finestre si conosce della propria casa, con un solo colpo d’occhio, il contenuto.
Uno stato di cose che muta con l’apertura della casa. Gli oggetti posti sul tatami uno ad uno vengono presi e collocati là ove possono espletare le funzioni per cui sono stati realizzati. Traiettorie immaginarie ne descrivono dal luogo di riposo a quello di lavoro percorsi e geometrie. Inizia così la giornata degli oggetti: da quel momento un ordine mobile si sostituisce al disciplinato quadro d’insieme.
Tutto si mette in funzione, la mano dell’uomo sposta, apre, ruota, taglia, …

Ogni cosa, secondo un ritmo frenetico, ma controllato, svolge il proprio ruolo.

Gli oggetti sono ora esperibili attraverso una dimensione spazio temporale che unisce come con un elastico le parti della casa.
Nomadi, pazzi e savii si aggirano non sapendo, immaginando, credendo. Tutti concorrono al disegno di una matassa, anch’essa immaginaria, che si sovrappone alle geometrie degli oggetti mossi.
Ma non ci sono solo linee, dritte (quelle della casa) e curve (quelle immaginarie), ma anche profumi di caffè, pane tostato, fiori, … odori di esseri viventi e suoni, rumori che arrivano caldi da bocche che non riescono a stare chiuse.
Una lunga e paziente giornata di lavoro, quella degli oggetti, che al termine vengono nuovamente presi in mano, per essere collocati sul piano di riposo.
Pendolari delle linee immaginarie, nomadi con i nomadi, ricostituiscono, come ogni giorno, quell’innaturale disciplinato statico quadro d’insieme.
Linee curve che piano piano svaniscono fanno posto al silenzio della notte e a un contenitore chiuso colmo di oggetti e di sogni.